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L’UE Porta l’Italia in Tribunale: La Questione della Direttiva Green

La Commissione Europea ha deciso giovedì 23 maggio di deferire l’Italia alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea per non aver garantito la corretta attuazione della direttiva che istituisce un quadro per la pianificazione dello spazio marittimo (direttiva 2014/89/UE).

Secondo Palazzo Berlaymont, gli Stati membri costieri avrebbero dovuto elaborare i piani entro il 31 marzo 2021 e comunicarli entro tre mesi dalla loro pubblicazione. Tuttavia, la Commissione ritiene che l’Italia non abbia adempiuto a questo obbligo. Nonostante una lettera di mora inviata nel 2021 e un parere motivato nell’aprile 2023, la Commissione ha deciso di rivolgersi alla Corte di Giustizia dell’UE. “La Direttiva definisce un approccio comune per i paesi dell’UE per pianificare e organizzare le attività umane nelle aree marine in modo sostenibile. La corretta attuazione della Direttiva è essenziale per raggiungere gli obiettivi del Green Deal europeo”, ha affermato l’esecutivo dell’Unione. “Una pianificazione adeguata mira a soddisfare diversi obiettivi ecologici, economici e sociali, tra cui lo sviluppo di un’economia blu sostenibile, l’uso sostenibile delle risorse marine e la conservazione di ecosistemi marini sani e della biodiversità.”

La procedura d’infrazione contro l’Italia riguardo al piano per gli spazi marittimi era stata avviata dalla Commissione nel 2021. In quell’occasione, il Ministero dei Trasporti aveva iniziato la procedura di valutazione ambientale strategica e il Ministero dell’Ambiente aveva lanciato una consultazione pubblica, ma i lavori si erano fermati. Nell’aprile del 2023, Palazzo Berlaymont ha incluso nel pacchetto delle infrazioni un parere motivato inviato a Italia, Bulgaria, Grecia, Cipro e Romania per la mancata elaborazione del piano. Questi cinque Stati membri avevano ricevuto un ultimatum di due mesi per adottare la pianificazione.

La direttiva del 2014 ha assunto un’importanza maggiore a causa del Green Deal europeo, una serie di iniziative promosse dalla “maggioranza Ursula” per una svolta ecologica dell’Unione. I pilastri di questo cambiamento includono il miglioramento della qualità dell’aria, la promozione di veicoli a bassa emissione e di energie rinnovabili, l’incentivazione all’isolamento termico degli edifici (“case green”) e la riduzione dell’uso dei combustibili fossili. Questi obiettivi, tuttavia, sono difficilmente raggiungibili entro le scadenze imposte dalla Commissione e potrebbero portare a una maggiore collaborazione tra conservatori e identitari nelle istituzioni dell’UE, uniti dall’opposizione a queste politiche “ecofollie”.

di Il Quotidiano Online

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