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Così la geopolitica guida le materie prime

Le materie prime sono il carburante che muove il mondo e la base di ogni prodotto, rendendole una fonte di ricchezza imprescindibile. La loro domanda continua a crescere con l’aumento della popolazione mondiale e degli standard di vita, ma l’estrazione è spesso dannosa per l’ambiente. Contenere questo impatto diventa sempre più importante: l’innovazione e l’economia circolare possono aiutare a ridurne il consumo. Le materie prime sono anche un indicatore delle tensioni geopolitiche. Gas e petrolio spesso fluttuano in base ai rapporti internazionali, mentre l’oro è il bene rifugio per eccellenza. Di recente, anche i metalli necessari alla transizione energetica, come litio e cobalto, sono diventati un’area di confronto. Da inizio anno, l’indice Ubc Cmci (Constant Maturity Commodity Index) ha registrato un apprezzamento a doppia cifra, trainato dai metalli preziosi e industriali, mentre le materie prime energetiche hanno mostrato maggiore volatilità.

Il fascino millenario di oro e argento risiede nella loro rappresentazione di ricchezza e potere; sono pilastri dei mercati finanziari e trovano impiego in alcune industrie. Il prezzo dell’oro, in particolare, è influenzato dalla paura sui mercati finanziari e dai tassi d’interesse americani, essendo scambiato in dollari. Tuttavia, quest’anno il rialzo non si spiega con la bassa volatilità del mercato azionario e i lievi aumenti dei rendimenti in dollari, ma con l’incremento degli acquisti di oro fisico da parte delle banche centrali dei Paesi emergenti, in particolare la Cina, che diversifica le proprie riserve valutarie a causa della complessa situazione geopolitica. Il World Gold Council ha quantificato in 290 tonnellate la domanda di oro nel primo trimestre di quest’anno, un record assoluto. Ci aspettiamo ulteriori incrementi del prezzo nei prossimi mesi, riconoscendo che una piccola percentuale di oro in un portafoglio diversificato può agire da stabilizzatore.

Argento e platino tendono a seguire l’andamento dell’oro, spesso con maggiore volatilità, e sono influenzati anche dalla domanda industriale, dall’industria automobilistica alle energie rinnovabili. Prevediamo aumenti di prezzo anche per questi metalli. La domanda di litio e cobalto è in forte crescita, trainata dalla transizione energetica, ma le riserve geologiche sono concentrate in pochi Paesi. L’estrazione del litio richiede grandi quantità d’acqua, con impatti sugli ecosistemi locali, mentre il cobalto è spesso estratto in condizioni precarie e con contaminazione ambientale. Il ruolo di questi metalli nella transizione energetica, la concentrazione delle riserve di cobalto nella Repubblica del Congo e il controllo della raffinazione del litio da parte della Cina potrebbero creare tensioni significative. Recentemente, Joe Biden ha deciso di aumentare i dazi al 25% sulle batterie al litio, al 50% su chip e pannelli solari, e a oltre il 100% sulle auto elettriche.

di Il Quotidiano Online

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