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Recensione del libro “Sogni del fiume” di Chandra Candiani

UN LIBRO PER REIMPARARE AD EMOZIONARSI

Tutto quello che grazie a loro ora so è che per ogni domanda c’è un’eco, una risonanza, che assomiglia quasi, certe volte, a una risposta” (Chandra Candiani)

Corriere della Sera

Non a caso, la recensione inizia prendendo in prestito alcune parole del libro in esame, “Sogni del fiume” scritto da Chandra Candiani ed edito da Giulio Einaudi nel 2022. Questo piccolo gioiello si compone di quindici storie che rappresentano “un’eco, una risonanza” e in alcuni casi anche “una risposta” ad interrogativi profondi che, spesso, potrebbero avere una risoluzione più semplice di quello che ci si aspetta.

Dietro l’apparenza di racconti per bambini, favole della buonanotte da leggere prima di andare a dormire, si celano significati di una ricchezza indicibile che aprono la mente a pensieri nuovi, suggestivi e consolatori. Anche i personaggi, che possono essere oggetti, animali o bambini, sono semplici, tratti da quel mondo di “cose insignificanti”, come li definisce Chandra Candiani, a cui solo un occhio attento e poetico come quello di una scrittrice sensibile potrebbe dare spazio.

Seppur anonimi, questi personaggi non sono mai scontati, anzi sono “gli emarginati”, “i soli”, “gli esclusi”. La loro solitudine risalta grazie all’incomunicabilità di cui si fanno portatori, la volontà di appartenenza ad un gruppo ma allo stesso tempo la consapevolezza di essere diversi che glielo impedisce. Proprio grazie alle loro storie, si capisce che la diversità non deve essere vissuta come un impedimento ma come un valore aggiunto perché rappresenta unicità.

Tra i protagonisti di alcuni racconti troviamo, ad esempio, il silenzio di Milano, a cui in una città così caotica quasi nessuno fa caso, eccetto gli esseri con una spiccata emotività, oppure una pattumiera di nome Gemma che, essendo un oggetto che contiene rifiuti, non è comunemente apprezzata eppure essa svolge il nobile compito di ricordare agli oggetti che contiene, l’importanza che hanno avuto in vita, o, ancora, “la formica inutile che voleva solo vivere, ma non in modo speciale, vivere e basta” senza affannarsi a lavorare come le formiche lavoratrici oppure fermarsi a contemplare ogni cosa come le formiche contemplatrici.

Queste storie sono scritte per essere lette da un pubblico adulto, capace di coglierne i contenuti reconditi solo attraverso un’immersione completa nelle emozioni che esse suscitano. Le emozioni suscitate non sono sempre semplici da gestire e non è raro immedesimarsi a tal punto nelle vicende da commuoversi fino al pianto dato che la narrazione è portata avanti in modo magistrale e scorre fluida, dando modo al lettore di immaginare bene le scene.

Tuttavia, non bisogna lavorare solo di immaginazione in quanto il libro offre un piacevolissimo regalo, essendo corredato di illustrazioni straordinarie realizzate dall’illustratrice Rossana Bossú a cui va il merito di aver saputo restituire visivamente i caratteri dei personaggi. Senza questi lavori il libro non sarebbe completo e mancherebbe quel quid per accentuare le caratteristiche sognanti e fanciullesche che i colori e le linee di Rossana Bossú sanno evocare.

Facebook “Rossana Bossú”

Dunque, le illustrazioni sono la ciliegina sulla torta di un testo che è già un capolavoro e che andrebbe letto in vari momenti della vita per permettere alla mente di respirare e al cuore di spiccare il volo.

di Licia Crispini

Classe '96, laureata in “Archeologia e Storia dell'Arte” all’Università degli Studi di Napoli Federico II. Fin da piccola matura uno spiccato interesse verso l’arte, il teatro e la cultura che la spinge a cercare una strada in questa direzione, infatti, dal 2011, prende parte, nelle vesti di attrice, agli spettacoli messi in scena dall’associazione “Artenauta Teatro”. Continua la propria formazione teatrale attraverso la partecipazione a stage e seminari con attori di fama nazionale. Nel 2016 poi sceglie di condividere gli intenti di tutela e di valorizzazione del patrimonio storico-artistico, in particolare del Castello del Parco Fienga di Nocera Inferiore e collabora attivamente alle iniziative dell’associazione “Ridiamo vita al castello”. Da pochi mesi è impegnata anche in un nuovo progetto concernente la promozione delle attività culturali e turistiche nei comuni dell’entroterra cilentano. Fortemente convinta che il primo passo verso la tutela sia la conoscenza, ritiene indispensabile avvicinare le persone alla riflessione sulle bellezze artistiche, storiche e paesaggistiche e si impegna a diffondere i suoi ideali con passione per un mondo più sensibile all’arte, ergo migliore. Curerà la rubrica “Sentieri, Storie e Territori”

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