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Conversazione con Stefano Carrara, prof e artista giocoso e provocatore

«Da sempre la Musica è la colonna sonora della mia vita»

Stefano Carrara, musicista e insegnante 

Stefano Carrara è un professore di Musica alla scuola media Quarini di Chieri, ma anche attivo ed impegnato musicista torinese (ad esempio, su Instagram e YouTube). 

Infatti, sta facendo abbastanza discutere il suo pezzo che strizza al genere trap, per denunciarne alcuni aspetti critici: il titolo, alquanto azzeccato, è per l’appunto Fastidioso.   

Com’era Stefano da piccolo?

«Durante l’infanzia piangevo tutte le notti, ma mio padre mi calmava con Ray Charles in cuffia. Poi, ho incominciato a canticchiare e strimpellare, dalla diamonica alla chitarra di papà. Così, decisi di studiare pianoforte e m’iscrissi al Conservatorio di Torino».

Insomma, la tua famiglia ha determinato la tua crescita musicale in modo graduale. 

«Sì, anche se non mi ha mai forzato nessuno, è stato tutto così naturale. Ho iniziato a suonare pianoforte a sette anni con il mio maestro, Cesare». 

Da docente, invece, qual è il tuo approccio alla Musica? 

«Sicuramente di libertà. Insegno in una scuola media, che tra l’altro non è un istituto con indirizzo musicale. L’obiettivo, pertanto, non è quello di formare pianisti o chitarristi d’accademia, ma è far innamorare i ragazzi della Musica. Per cui, forse non avrebbe neanche senso essere troppo rigidi, o indirizzarli sin da subito soltanto verso un genere o un linguaggio. Il bambino impara prima a parlare e poi a leggere, dunque focalizzarsi troppo sulla scrittura o la lettura di un pentagramma alle medie è un po’ rigido. Voglio solo gettare un seme, anche se ho saputo di ex allievi che compongono o suonano».

Libertà anche di scelta dello strumento?

«Sì, perché alla base c’è comunque l’idea di creare una piccola orchestra per ogni classe. Quando tutti gli studenti suonano lo stesso strumento, è più facile per l’insegnante, ma ascoltare la stessa melodia può essere abbastanza piatto. Se ogni ragazzo sceglie il proprio strumento, è felice di aver fatto la propria parte». 

Il tuo strumento prediletto è il pianoforte, ma ne hai sperimentati altri in seguito in maniera assidua? 

«Ho cominciato con la chitarra, da adolescente, chiedendo anche a mio padre. Adoro tantissimo il basso, di cui apprezzo particolarmente il sound. I miei generi preferiti sono rock e pop, soprattutto degli Anni Sessanta e Settanta».

L’artista prediletto?

«Adoro i Pink Floyd, li ascolto ogni giorno!».

Dobbiamo dire che anche tu sei un artista. Sta avendo un certo successo il tuo ultimo brano, cantato e composto, dal titolo Fastidioso. Con chi ce l’hai? Chi vuoi provocare? 

«Voglio provocare i ragazzi e questo modo di fare musica della trap. Nelle mie terze ho discusso di censura, con tanto di percorso storico, arrivando poi ai giorni nostri. La censura c’è ancora, basti pensare alla Rai. Infatti, abbiamo ascoltato di tutto in classe, senza opporre alcuna resistenza, in linea con l’argomento. Solo così, infatti, abbiamo potuto ragionare su temi affrontati ed aspetto musicale, per quanto concerne la trap. Abbiamo ragionato su significante e significato. Quest’ultimo a me onestamente dà fastidio: ciò che non tollero non è la parolaccia in sé, perché può scappare e avere un suo significato, ma il modo in cui tutte queste parole vengono legate e fanno leva sui ragazzi a me dà fastidio, appunto. Perché i giovani e giovanissimi ancora non hanno delle difese adeguate, sono facilmente malleabili, e quindi vengono affascinati da questo genere e da un linguaggio volgare, violento e scurrile. Alla mia età posso dirmi abituato a parole così, ne ho sentite di ogni, ma loro no, per cui ne subiscono attrazione, magari senza aver capito la loro rigida potenza. La cosa può essere paragonata un po’ al cantante che s’esibisce sul palco a torso nudo: ci sono stati a farlo già i Led Zeppelin!». 

Molto interessante questo termine di paragone!

«Ne ho ancora un altro! È un po’ come se dovessero togliere la pizza dal commercio e dopo vent’anni viene riprodotta una pizza surgelata: chi non ha conosciuto la pizza originale, ama la pizza surgelata».

E allora forse manca il confronto tra stili e generi diversi, oggi, tra i giovani?

«Probabilmente sì. Per questo bisogna far ascoltare di tutto ai ragazzi, senza essere prevenuti, senza pregiudizi. Poi, mettiamo a confronto e tracciamo un bilancio». 

Qual è stata la tua più grande fortuna?

«I figli, perché ti cambiano la vita, passando dall’altra parte della barricata. Poi la scuola e la Musica, che fa da sempre parte della mia vita». 

Fai bene a legarle: hai trasformato la Quarini in un luogo di concerti, cui ho avuto fortuna e piacere d’assistervi, di tanto in tanto. Sono di tutti: fai sentire protagonisti i ragazzi! Invece, il tuo sogno nel cassetto qual è?

«Grazie mille Christian. È bello suonare con loro. È un momento di condivisione: la Musica è bella per questo. Sogno di veder crescere i miei figli in modo sereno, anche nel vivere le loro passioni. Mi piacerebbe, inoltre, che i concerti della scuola potessero diventare pubblici, aperti ed accessibili a tutti». 

Grazie a te, caro Stefano, che t’impegni nel diffondere universalmente e coerentemente la natura stessa della meravigliosa arte delle note. 

Ringraziamo l’artista anche per averci fornito le fotografie. 

Per saperne di più, clicca al link sulla conversazione:

https://www.facebook.com/share/v/DimFMY5TDPpe6fNH

© IL QUOTIDIANO ONLINE • 2024 RIPRODUZIONE RISERVATA

di Christian Liguori

Classe '97, storico dell'arte e docente laureato in Archeologia e Storia dell'Arte all’Università degli Studi di Napoli Federico II. Dopo aver pubblicato il libro “Paolo Barca e la frantumazione della logica cerebrale umana”, un saggio di cinema sul regista Mogherini, ha maturato esperienze in svariati campi: dalla pubblicazione di articoli per un blog e una redazione online, a quella di filmati su YouTube e pagine Facebook; dalla partecipazione come interprete in spettacoli teatrali e cortometraggi, all’attivismo associativo per la cultura e l’ambiente. Già conduttore web-televisivo e radiofonico, è da sempre specializzato in recensioni di film. Curerà le rubriche "Le conversazioni di Liguori" e “Il Cinema secondo Liguori”.

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